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di Mario Cianflone

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7 gennaio 2010

Nexus One, ovvero il googlephone per eccellenza. Già perché il nuovo smartphone, basato sul sistema operativo Android concepito in seno alla Open handset alliance guidata da Big G, e lanciato martedì scorso, al di là dei meri dati tecnici ha una peculiarità unica: è il primo prodotto hardware di massa distribuito direttamente da Google, ovvero uno dei brand più noti e forti del mondo, sinonimo stesso di tecnologia e, soprattutto, di internet. Un marchio che ha la fiducia di milioni di persone ed è considerato cool anche dal pubblico più giovane, ovvero dai ragazzi che ora si stanno trasformando in consumatori. Un brand che nel loro immaginario è più potente di qualunque altro, Apple compresa. Secondo la classifica Interbrand, Google è il settimo nome più noto e apprezzato al mondo: vale circa 32 miliardi di dollari e negli ultimi 4 anni ha messo a segno una crescita esplosiva passando dalla 38ª posizione del 2005 e da un valore di poco meno di 8,5 miliardi di dollari. Naturale dunque ipotizzare che Google sia una sorta di nuovo Re Mida che trasforma in oro e successo quello che tocca, cellulari compresi.

Il Nexus One, ovviamente non è costruito da Google ma realizzato, senza alcuna volontà di celarlo, da Htc cioè dalla casa taiwanese che ha lanciato il primo Android al mondo e che offre la più completa linea di device su questa piattaforma.

Nexus (530 dollari senza sim o 180 dollari con due anni di contratto a T-Mobile) è destinato per ora agli Usa (comunque è previsto l'arrivo in Europa, è soprattutto il primo device venduto attraverso nuovo negozio online di google dedicato al l'hardware (www.google.com/phone). Il gigante di Mountain View ha aperto un nuovo fronte: non più solo search e software ma cellulari, l'ideale complemento del suo store di applicazioni che oggi vanta circa 20mila programmi disponibili e scaricabili sugli androdi di tutto il mondo. Google offrirà oltre al nuovo Nexus One tutta una serie di smartphone fuori dai canali di vendita degli operatori. Questo vuol dire che l'utente potrà scegliere liberamente quale sim mettere e quale abbonamento scegliere. Senza vincoli e restrizioni. In Italia, questo avviene regolarmente, ma all'estero e in particolare negli Usa non è così scontato riuscire ad avere un cellulare libero. Per non destare troppo le ire dei carrier delle telco mobili, Google comunque offrirà la possibilità di acquistare la sim e i servizi correlati da operatori partner.

Ma torniamo al Nexus One che presenta caratteristiche di elevata cifra tecnica, tali da farlo entrare di diritto al vertice dell'emergente razza digitale dei superphone, macchine come, per esempio, il Nokia N900 o il cugino Htc Hd2 e il Toshiba Tg01. Questi ultimi due montano al pari del Nexus il processore Qualcomm Snapdragon da 1 Ghz, il più potente mai utilizzato in un "telefonino". Il sistema operativo è Android 2.1 che ha debuttato sul Motorola Droid (Milestone in Europa) e dunque presenta funzioni come la navigazione stradale "turn by turn" in linea teorica competitiva con software tipo TomTom. Ma il Nexus è, al pari di tutti gli androdi, sinonimo di internet mobile e di servizi "G" a portata di mano, anzi di polpastrello. Dalla mail alla ricerca, dall'aggregazione dei contatti della rubrica e dei social network all'ampia disponibilità di applicazioni. Il display, da 3.7" con una risoluzione di ben 480x800 pixel è ovviamente touch (in Europa dovrebbe arrivare in versione multitouch) ma se il comando a dito non fa per voi è possibile utilizzare una tastiera a comando vocale. Utile, per esempio, per aggiornare al volo lo status di Facebook o lanciare un tweet. La dotazione è dunque al livello delle migliori macchine ed è in molti parametri nettamente superiore a quella dell'iPhone. A iniziare dalla fotocamera da 5 megapixel con flash e geottaging, per finire con la memoria espandibile con scheda Sd (fino a 32 Gb). Monta, come iPhone e Htc Hd2, un sensore di prossimità che spegne il display quando lo si avvicina all'orecchio, ma che può essere usato anche per realizzare applicazioni utili e divertenti.

7 gennaio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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